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martedì 16 marzo 2021

GRAZIA DELEDDA: LA STORIA DELLA SCRITTRICE SARDA

 L'unica italiana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1926 dopo Carducci e prima di Pirandello


Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871. Appassionata lettrice, da giovane inizia a scrivere racconti. Malinconica, particolarmente sensibile, appassionata di storie di quotidianità ed emarginati.

Nel 1899 decide di trasferirsi a Cagliari per uscire dal contesto frustrante del suo paesino d’origine, come si evince per esempio nel suo romanzo autobiografico Cosima in cui le zie si dimostrano contrarie alle ambizioni della nipote. Proprio a Cagliari conosce e sposa Palmiro Madesani, funzionario del Ministero delle Finanze che diviene anche suo agente letterario. Insieme si trasferirono a Roma nel 1900.

Fu grazie al romanzo Elias Portolu, nel 1903, che ebbe i suoi primi riconoscimenti; da quel momento furono numerose le sue opere di successo, da Cenere a L’edera. Nel 1913 esce il suo capolavoro, Canne al vento, improntato sul tema della fragilità dell'individuo travolto da un destino cieco e crudele.

I temi dell’ipocrisia e dell’arretratezza della sua terra tornano spesso nelle sue novelle, attirando le critiche a volte spietate. Una piccola donna con un grande coraggio e con un’anima forte, ardita e indomabile.

La sua opera è influenzata dal verismo di Giovanni Verga e dal decadentismo di Gabriele D'Annunzio; il paesaggio dei suoi romanzi è quello aspro della Sardegna, che non viene rappresentato secondo schemi regionali nè con la coloritura dannunziana, ma rivissuto attraverso il mito. Le sue opere, sospese tra verismo e decadentismo, testimoniano questo passaggio. Dall'interesse per la cultura tradizionale sarda passano all'analisi psicologica, al cospetto della quale l'ambiente isolano diviene un semplice sfondo. Così Grazia Deledda descrive la sua città natale Nuoro, cuore della Sardegna. È il campo aperto ove la civiltà incipiente combatte una lotta silenziosa con la strana barbarie sarda, così esagerata oltre mare.

Il 10 dicembre 1926 a Stoccolma, la scrittrice sarda vince il Premio Nobel per la letteratura.
La motivazione del premio fu: “Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale, e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano”.

Grazia fu la seconda donna a ricevere il Nobel per la Letteratura e fu anche la seconda autrice italiana ad essere insignita di questo riconoscimento, vent’anni dopo il poeta Giosuè Carducci.
All’epoca nessuna donna italiana aveva mai vinto questo premio e poche erano le donne che, in generale, riuscivano ad emergere in una società di uomini. 

Ma lei ci riuscì. Lei che aveva “vissuto coi boschi, i venti e le montagne” e che avrebbe portato per sempre con sé la sua Sardegna, affrontando ampi consensi ma anche aspre critiche.

Jeanette Winterson - Lunga vita alle donne ribelli

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